Per carità: tutta roba interessante che tutti dovrebbero conoscere. Però "brevi storie per capire il mondo" diciamo che è un claim un po' eccessivo.
Insomma, viva le biblioteche, grazie alle quali eviti di spendere 20 euro per libri come questo.
"I guess I'm slowly becoming one of those crusty old cranks that thinks animals are better than people. But, occasionally, people will pleasantly surprise me and I'll fall in love with one of them, so go figure." (Mark Oliver Everett)
Per carità: tutta roba interessante che tutti dovrebbero conoscere. Però "brevi storie per capire il mondo" diciamo che è un claim un po' eccessivo.
Insomma, viva le biblioteche, grazie alle quali eviti di spendere 20 euro per libri come questo.
Verso meta' racconto, ci si perde un po' tra nucleotidi e proteine, ma il racconto dei periodi passati a caccia di ossa neanderthal, dell'analisi del DNA mitocondriale e nucleare, fino al clamoroso ritrovamento di Denisova, sono appassionanti, avvincenti.
Pääbo racconta la vicenda senza risparmiare particolari personali anche intimi, e nella maggior parte dei casi questo contribuisce a rendere questa lettura raccomandabile a tutti, anche i meno appassionati di alleli e genoma.
Ho notato come gran parte dei commenti che avevo letto prima di avere in mano il libro in realtà travisino il messaggio del libro, che non è quello di dire "se guardate bene i dati, vedrete che il mondo non va così male come pensate", ma semplicemente di "esaminate bene i dati prima di farvi un'opinione o prendere una decisione su qualcosa", riassunto, appunto, nella parola "factfulness".
A onor del vero, il primo capitolo del libro si occupa effettivamente di mostrare i passi da gigante fatti dalla società negli ultimi cento anni in pressoché tutti gli ambiti misurabili, ed è qui che probabilmente gran parte dei recensori si sono fermati.
Qualche volta l'autore utilizza i dati (e soprattutto gli assi dei grafici) in maniera un po' furbetta, ma ciò non inficia l'indubbia utilità di un libro come questo, che ci insegna come guardare al mondo senza cadere in semplificazioni o decisioni irrazionali. Lo fa, tra l'altro, portando molti esempi di prima mano, inclusi alcuni epic fail dell'autore stesso, che non si vergogna di ammettere alcune tragiche cantonate, dalle quali però possiamo tutti trarre utili lezioni.
Il libro, edito nel 2018, cita tra l'altro "i cinque rischi globali di cui dovremmo preoccuparci": una pandemia, un crac finanziario, la guerra mondiale, il cambiamento climatico, la povertà estrema.
La traduzione in generale è buona ma a volte è un po' pigra nel riportare pari pari alcuni modi di dire anglosassoni che sarebbe stato meglio rendere coi corrispondenti italiani o con un giro di parole.
Come al solito, la materia, molto ostica, rende difficoltoso seguire tutto il libro con la stessa attenzione. Se ne esce con la sensazione che le particelle non sappiamo precisamente cosa sono, le gravita' non sappiamo bene perche' funziona, e l'universo si espande sempre piu' velocemente anche lui senza che noi se ne capisca la ragione.
Il tutto cercando di contare quanti mondi paralleli al nostro vengano creati in ogni momento in seguito alle diramazioni della funzione d'onda, come proposto appunto dalla teoria a molti mondi di Hugh Everett.